Seguici su:

Valutazione e monitoraggio

Il piano di valutazione e monitoraggio

A seguire, si espone un piano di valutazione e monitoraggio del progetto, a cura del partner Università degli Studi del Molise, a partire dagli obiettivi del Curricolo Digitale. Questi sono stati specificati e analizzati con appositi indicatori, nel corso del percorso valutativo.

Il monitoraggio avrà lo scopo di tenere traccia delle azioni intraprese e dei progressi ottenuti durante il percorso progettuale. E’ avvenuto in modo continuativo durante lo svolgimento delle sperimentazioni, consentendo analizzare l’andamento delle attività e suggerire eventuali ri-pianificazioni in corso d’opera del progetto.

Le attività di monitoraggio si sono svolte mediante:

1) La partecipazione dell’Università degli Studi del Molise alle riunioni del Comitato tecnico-scientifico per consentire di acquisire tutte le informazioni necessarie per riflettere su quanto si sta realizzando e studiare eventuali modifiche e adattamenti delle attività del progetto.

2) Redazione di report trimestrali con le seguenti informazioni:

  • attività intraprese;

  • prodotti e contenuti realizzati;

  • clima organizzativo e di lavoro fra i partner;

  • eventuali criticità riscontrate;

  • suggerimenti per il miglioramento del percorso progettuale.

Tali report hanno principalmente lo scopo di:

  • informare i vari partner sull’andamento del progetto a partire da quanto inizialmente pianificato, segnalando eventuali difficoltà, ritardi e azioni da intraprendere;

  • fornire una documentazione formale su quanto è stato realizzato;

  • tenere traccia di eventuali cambiamenti progettuali in itinere.

1. La tipologia e le fasi della valutazione

La valutazione ha lo scopo di verificare in corso d’opera se il progetto sta raggiungendo gli obiettivi stabiliti e di supportare i processi decisionali del percorso progettuale.

Si prevede una valutazione interna, in quanto l’Università degli Studi del Molise è partner attivo delle attività, nonché ente che ha contribuito alla stesura della proposta progettuale.

Garantendo la giusta obiettività e trasparenza, la scelta di un ente valutatore interno ha il vantaggio di una valutazione portata avanti a partire da una conoscenza approfondita del progetto e dei vari enti partecipanti. E’ stata prevista, inoltre, la realizzazione di una forma mista di valutazione.

Il processo valutativo, quindi, si è attuato durante tutto il ciclo di vita del progetto ed è avvenuto in tre diverse fasi:

a) valutazione ex ante;

b) valutazione in itinere;

c) valutazione finale.

 
 
Fase 1. La valutazione ex ante e l’analisi dei bisogni

La valutazione ex ante ha avuto luogo all’inizio del progetto e ha aiutato ad assicurare che l’intervento fosse il più coerente possibile con i bisogni e le competenze di partenza del target di riferimento.

In questa fase, la valutazione è stata effettuata attraverso un’analisi dei bisogni, delle competenze digitali e del rapporto con la tecnologia da parte dei beneficiari docenti.

In questo primo momento valutativo, tali informazioni sono state raccolte mediante un questionario strutturato, diffuso tramite piattaforma online e elaborato in collaborazione con gli altri partner, in particolar modo il CREMIT. Il questionario è stato somministrato ad un campione di docenti delle scuole che partecipano all’iniziativa.

Le informazioni raccolte sono state messe in relazione con gli obiettivi del progetto, considerando in che misura esso fosse in grado di rispondere ai bisogni e alle problematiche individuate.

Il questionario ha valutato le seguenti aree di interesse:

  1. Competenze digitali dei docenti;

  2. Rapporto con la tecnologia e uso dei dispositivi digitali nella vita quotidiana;

  3. Uso della tecnologia nella didattica e in ambito professionale;

  4. Bisogni formativi dei docenti in riferimento al digitale.

 
 
Fase 2. La valutazione in itinere

La valutazione in itinere è stata effettuata nel corso della realizzazione del progetto e ha l’obiettivo di mostrare se sono state rispettate le intenzioni originali del progetto e di comprendere se gli obiettivi iniziali sono stati raggiunti o hanno mantenuto la loro rilevanza.

In questa fase la valutazione ha l’obiettivo di produrre feedback sull’andamento delle attività, con eventuali suggerimenti diretti a migliorare gli interventi proposti.

La valutazione in itinere è stata effettuata a partire dai dati rilevati dal monitoraggio, ma si è avvalsa anche di ulteriori informazioni raccolte durante il progetto.

Le aree di interesse della valutazione sono state le seguenti, suddivise fra la formazione docenti e la formazione degli studenti.

1) Formazione docenti

Relativamente al percorso formativo rivolto ai docenti, la valutazione del percorso ha riguardato:

  • Efficacia e gradimento del percorso formativo;

  • Efficacia e gradimento dei contenuti formativi realizzati;

  • Coinvolgimento e partecipazione dei docenti;

In quest’area la valutazione è stata effettuata mediante:

  • Osservazione partecipante durante la formazione;

  • Report formativo compilato dai formatori per ciascun incontro di formazione (a partire da un modello pre-impostato elaborato in collaborazione con il partner E.D.I., preposto alla formazione dei docenti );

  • Breve questionario (di gradimento) semi-strutturato per i docenti, da compilare al termine del percorso formativo (ad esempio, si è cercato di capire quanto per gli insegnanti il percorso del Curricolo Digitale sia concretamente utilizzabile, efficace e realizzabile in aula in modo trasversale).

2) Formazione studenti e efficacia del Curricolo Digitale

Per quanto concerne gli studenti le aree di interesse della valutazione hanno riguardato:

  • Le competenze digitali acquisite dagli studenti (l’effettivo “apprendimento digitale”);

  • Il gradimento del percorso formativo e del Curricolo Digitale da parte degli studenti.

In riferimento alla valutazione delle competenze digitali acquisite, questa è stata effettuata mediante:

  • Questionario in entrata di valutazione delle competenze digitali degli studenti differenziato per fascia d’età;

  • Prove di valutazioni delle competenze digitali per ciascuna area di competenza digitale (da progettare in collaborazione con i docenti, E.D.I. e CREMIT) e differenziate per fasce d’età, a partire dagli indicatori previsti dal DigCompEdu;

  • Valutazione dei prodotti digitali realizzati dagli studenti.

Come da progetto, sono stati considerati 3 livelli di padronanza: base-intermedio-avanzato. Ogni livello è stato definito, per ciascuna competenza, a partire da indicatori relativi a conoscenze, abilità e attitudini. I 3 livelli, in conformità con quelli previsti dal DigComp 2.1, sono stati individuati a partire da 3 dimensioni: complessità dei compiti, autonomia e dominio cognitivo. L’obiettivo del Curricolo Digitale è quello di garantire agli studenti l’acquisizione di almeno un livello di padronanza in più (ad es. da base a intermedio, oppure da intermedio ad avanzato). In quest’area specifica, la valutazione ha l’obiettivo di verificare il raggiungimento di tale obiettivo.

Per quanto concerne la valutazione del gradimento del percorso formativo e del Curricolo Digitale da parte degli studenti, questa è stata effettuata mediante:

  • Osservazione partecipante durante la formazione;

  • questionario (di gradimento) semi-strutturato per gli studenti della secondaria di 1° e 2° grado;

  • Report formativo compilato dal docente per ciascun incontro formativo (a partire da modello pre-impostato).

 
 
Fase 3. La valutazione finale

La valutazione finale del progetto ha per oggetto la verifica conclusiva dei risultati effettivamente conseguiti, riconsiderando l’intero percorso, così da elaborare una riflessione sistematica sugli obiettivi raggiunti, sui fattori di successo, sulle criticità riscontrate e su possibili evoluzioni del percorso intrapreso.

Questa fase della valutazione è di carattere quanti-qualitativo ed effettuata mediante:

  • le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio e l’intero percorso valutativo;

  • focus-group con un campione di docenti (un focus-group per i docenti della scuola primaria, uno per i docenti della scuola secondaria di 1° grado e uno per i docenti della scuola secondaria di 2° grado).

Report finale di valutazione e sua diffusione

Al termine del monitoraggio e della valutazione è elaborato e condiviso con i partner del progetto un report finale.

  • Una buona fetta degli studenti e delle studentesse della scuola primaria (più della metà fra quelli coinvolti) conosce Google o altri motori di ricerca.

    Rispetto alla “Valutazione iniziale” aumenta il numero di alunni e alunne che abitualmente fanno ricerche online (26,7% “La maggior parte della classe”, contro il 12,5% della Valutazione iniziale; 26,7% “Tutti”, contro il 25% della Valutazione iniziale).

    L’uso di Internet da parte degli alunni e delle alunne della scuola primaria è costante e quotidiano. Nel 73,3% delle classi coinvolte bambini/e hanno riferito ai docenti di usare la rete per circa 1-2 ore al giorno.

    Ma che uso fanno di Internet? Fra le risposte più frequenti troviamo: giocare online, vedere video su youtube, cercare immagini, ascoltare canzoni/musica, guardare i cartoni animati.

    Estremamente significativo, inoltre, il dato che rivela come nel 33,3% delle classi coinvolte tutti i bambini e le bambine, o la maggior parte di essi/e usano/usa Internet senza la supervisione di un adulto.

    Nel 20% delle risposte i docenti riferiscono come a circa “metà della classe” sia capitato di chattare con sconosciuti. Inoltre nel 46,7% delle risposte date dai docenti, circa la metà degli/lle alunni/e, oppure la maggior parte di essi/e, ha dichiarato di far parte di una comunità online. Spesso ciò avviene attraverso l’utilizzo di giochi online.

    Rispetto alla “Valutazione iniziale” aumenta sensibilmente il numero degli/lle alunni/e che riferiscono di sapere cosa sia la privacy online.

    Aumenta sensibilmente anche il numero di bambini/e che dichiara di sapere cosa sia il cyberbullismo.

    Alla domanda “Quali altri rischi online conoscono i/le bambini/e? ” sono seguite queste risposte:

    • Virus, hackeraggio, localizzazione e furto di dati personali, incontri pericolosi, navigare su siti rischiosi;

    • Haters, pirati informatici, rischi nei giochi online;

    • Sono consapevoli che da soli non è opportuno usare i dispositivi;

    • Cyberbullismo, chattare con sconosciuti;

    • Violazione della privacy, violazione del diritto d’autore, banner pericolosi, fake news, cyberbullismo, phishing, spam, malware, sentimental scam e truffe in generale, falsi profili;

    • Furto dell’immagine e dei dati sensibili se non c’è la password.

    In riferimento al tema dell’identità digitale i docenti scrivono:

    • Gli alunni e le alunne hanno imparato che l’identità digitale è il nostro biglietto da visita con il quale gli altri ci possono trovare in rete, conoscere i nostri gusti, le nostre preferenze, visionare le nostre azioni, arrivare a conoscere i nostri dati con rischi e pericoli che ne possono derivare;

    • Come ci presentiamo agli altri su Internet”;

    • La descrizione di se stessi”.

    Alla domanda “In Internet ci sono regole da rispettare?” gli studenti e le studentesse rispondono così:

    “Si, non bisognerebbe pubblicare cose troppo personali”; “È importante avere prudenza”; “Non consentire la localizzazione”; “Prima di accettare, leggere bene”; “Non inserire troppi dati personali”; “Non vedere video ‘brutti’”; “Non usano Internet da soli”; “Stare attenti a non dare informazioni personali”; “Non parlare con sconosciuti”; “Non utilizzare Internet senza la presenza degli adulti”; “Essere controllati da mamma e papà”.

    Appaiono molto significative alcune osservazioni dei docenti, che riportano le riflessioni degli studenti a seguito di questo nostro percorso; a tal proposito gli alunni dicono:

    • “Prima che le maestre proponessero queste nuove attività pensavo che Internet fosse un porto sicuro, invece…ci sono molti pericoli; c’è bisogno di prudenza”;

    • “Prima di queste attività non stavo attenta ai siti non sicuri e non prestavo attenzione a virus e tutti gli altri pericoli”;

    • “Prima di questo corso cliccavo su tutti i pop-up che mi apparivano, adesso sto più attento”.

    DIARI DI BORDO DOCENTI SCUOLA PRIMARIA

    Secondo quanto riportato dai docenti della scuola primaria, la sperimentazione del Curricolo Digitale in classe ha favorito lo sviluppo fra gli studenti e le studentesse di soft skills come la capacità di collaborare e lavorare in gruppo, l’empatia, il potenziamento del pensiero critico e creativo.

    Grazie anche alla particolare metodologia partecipativa adottata, ovvero l’EAS (Episodi di apprendimento situato), il progetto ha promosso la collaborazione e il confronto fra bambine e bambini, innescando dinamiche inclusive e di cooperazione all’interno del gruppo classe. Molti docenti hanno osservato come spontaneamente i/le bambini/e più “esperti/e” nell’uso delle tecnologie digitali, spesso, si sono adoperati nell’aiutare i loro compagni in difficoltà. Il protagonismo attivo delle metodologie partecipative messe in campo ha potenziato nei bambini e nelle bambine anche l’entusiasmo, alimentando il loro naturale desiderio di scoperta e la voglia di cercare nuove soluzioni alle problematiche affrontate insieme. Attraverso la compilazione dei diari di bordo, i docenti hanno, inoltre, testimoniato come l’uso del cooperative learning nel percorso di alfabetizzazione digitale abbia permesso agli studenti e alle studentesse di essere protagonisti attivi del processo di apprendimento.

    La possibilità di apprendere attraverso il gioco e mediante la scoperta guidata di nuove applicazioni e ulteriori dispositivi tecnologici, oltre a quelli già conosciuti, ha incrementato la motivazione e l’attenzione di studenti e studentesse. Il clima sereno e collaborativo che bambini e bambine hanno respirato in classe durante le attività del Curricolo Digitale ha favorito una maggiore apertura da parte degli studenti e delle studentesse, anche di quelli/e più timidi/e, generando così momenti di condivisione reciproca di pensieri, testimonianze e vissuti personali. Ciò ha permesso anche ai docenti una maggiore conoscenza dei propri alunni.

  • AREA 1. INFORMAZIONE E CONTENUTI ONLINE

    Rispetto al “Questionario iniziale” aumenta il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di verificare le fonti online quando effettuano ricerche in Rete (il 34,4% a fronte del 25% del “Questionario iniziale”).

    Così come nel “Questionario iniziale”, in riferimento al tema delle fake news, buona parte dei ragazzi e delle ragazze (l’83,4%) dichiara di non averne mai condivisa una online.

    Rispetto al “Questionario iniziale”, aumenta leggermente il numero dei ragazzi e delle ragazze che dichiara di conoscere cosa sia il fact-checking (9,3% a fronte dello 7,9% del “Questionario iniziale”).

    Come già emerso dal “Questionario iniziale”, sono molti i ragazzi e le ragazze (33,1%) che dichiarano di informarsi esclusivamente attraverso l’uso dei social network.

    AREA 2. COMUNICAZIONE E RELAZIONE

    Gli studenti e le studentesse del campione non raggiungono l’età minima per poter utilizzare Instagram. I dati di buona parte delle ricerche, tuttavia, mostrano come ragazzi/e usino abitualmente i social media (whatsapp, Instagram, Tik Tok) pur non avendo ancora compiuto 13 anni.

    L’uso che i ragazzi e le ragazze fanno dei social network riguarda, principalmente, il racconto della loro quotidianità. Probabilmente, ciò è dovuto alla particolare fascia d’età del campione (ragazzi/e delle scuole secondarie di 1° grado). Tuttavia, rispetto al “Questionario iniziale”, aumenta il numero degli studenti e delle studentesse a cui “Qualche volta è capitato” di usare i social network per esprimere la propria opinione su temi di interesse sociale (16,6% a fronte del 13,2% del “Questionario iniziale”).

    I ragazzi sembrano avere una scarsa consapevolezza in riferimento al tema delle immagini online. Sebbene, rispetto al “Questionario iniziale”, i dati registrino un leggero miglioramento. Il 69,5% (a fronte del 75% del “Questionario iniziale”) degli studenti del campione ritiene, infatti, che le foto pubblicate sui social media restino di propria proprietà e sotto il pieno controllo di chi le ha messe online.

    Il 66,2% degli studenti e delle studentesse del campione sostiene, però, di chiedere sempre il permesso prima di pubblicare una foto online in cui sono presenti anche altre persone.

    Come si rappresentano online i ragazzi e le ragazze? Dalle risposte del questionario emerge che gli studenti e le studentesse tendono a costruire i propri profili raccontandosi in modo autentico, pur non disdegnando l’uso di filtri per migliorare la propria immagine.

    Per quanto concerne i rischi online, rispetto al “Questionario iniziale”, aumenta significativamente il numero degli studenti che dichiara di sapere cosa sia il cyberbullismo e di sapersi proteggere da esso (53% a fronte del 36,8% del “Questionario iniziale”). Diminuisce anche il numero di ragazzi/e che, invece, dichiara di sapere cosa sia, ma di non essere in grado di prevenirlo o affrontarlo (23,2%, a fronte del 28,9% del “Questionario iniziale”).

    Il sexting sembra essere un fenomeno meno conosciuto. Si tratta, infatti, di un tema meno affrontato in classe durante il percorso progettuale, considerata l’età del campione. Tuttavia, anche in questo caso si registra un miglioramento in termini di conoscenza, rispetto ai dati del “Questionario iniziale”. La percentuale degli studenti e delle studentesse che dichiara di non conoscere il fenomeno, infatti, cala al 41,7% a fronte del 67,1% del “Questionario iniziale”.

    AREA 3. CREATIVITA’ E COPYRIGHT

    Anche sui temi dell’area “Creatività e copyright” i ragazzi e le ragazze sembrano mostrare una maggiore conoscenza, rispetto a quanto emerge dai dati del “Questionario iniziale”. Diminuisce il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di non conoscere il tema del “Creative Commons”, 48,3% a fronte del 60,5% del “Questionario iniziale”.

    Diminuisce anche il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di non conoscere le logiche del Machine Learning e dell’Intelligenza artificiale, 45% a fronte del 51,3% del “Questionario iniziale” (chi ne ha sentito parlare dichiara di non conoscere bene il tema, il 35,1% a fronte del 28,9% del “Questionario iniziale”). Aumenta anche il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di conoscere bene il tema del copyright, 57,6% a fronte del 48,7% del “Questionario iniziale”.

    Il 34,4% degli studenti e delle studentesse conosce il significato esatto della parola datification (a fronte del 28,9% del “Questionario iniziale”).

    Aumenta anche il numero degli studenti e delle studentesse consapevoli di come Internet non sia uno spazio totalmente libero (57% a fronte del 55,3% del “Questionario inziale”). Nonostante la precedente risposta, in realtà, più della metà degli studenti e delle studentesse risponde correttamente alla domanda su cosa si intenda per licenze “Creative Commons”.

    AREA 4. PRIVACY

    Il 65,6% degli studenti e delle studentesse dichiara di stare molto attento/a alle impostazioni per la Privacy quando scaricano un’app o si iscrivono ad un social network.

    Come emerge anche dai dati del “Questionario iniziale”, la maggior parte dei ragazzi e della ragazze dichiara di conoscere la Dichiarazione dei Diritti in Internet, seppur non bene (44,4%). Un po’ meno conosciuta, invece, la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il 39,7% degli studenti e delle studentesse dichiara di non averne mai sentito parlare. Il 39,7% dei ragazzi e delle ragazze afferma di averne sentito parlare, ma di non conoscerla bene.

    Aumenta, inoltre, la percentuale dei ragazzi e delle ragazze che dichiara di sapere cosa sia la “tracciabilità online” (il 68,2% a fronte del 64,5% del “Questionario iniziale”).

    In relazione al tema della comunicazione digitale, gli studenti e le studentesse sembrano essere consapevoli di quanto un’offesa online abbia la stessa gravità di un’offesa pronunciata faccia a faccia (il 40,8%). Diminuisce la percentuale degli studenti e delle studentesse (14,6% a fronte del 21,1% del Questionario iniziale) che ritengono un’offesa online meno “pesante” di un’offesa pronunciata faccia a faccia.

    Diminuisce anche la percentuale dei ragazzi e delle ragazze che non sanno cosa sia il diritto all’oblio (58,9% a fronte del 63,2% del “Questionario iniziale”).

    DIARI DI BORDO DOCENTI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

    Secondo quanto riportato dai docenti della scuola secondaria di primo grado, le attività del Curricolo Digitale hanno favorito il pensiero critico, la curiosità e la collaborazione di gruppo fra i ragazzi e le ragazze. Alcuni docenti hanno testimoniato come, durante il percorso intrapreso in classe, gli studenti e le studentesse abbiano sviluppato anche abilità legate al problem solving. L’uso della tecnologia ha poi favorito l’inclusione e la partecipazione. I ragazzi e le ragazze, anche quelli solitamente più difficili da coinvolgere, hanno partecipato alle attività divertendosi e mettendo in campo il loro pensiero creativo. Alcuni docenti hanno testimoniato come persino i ragazzi e le ragazze abitualmente meno partecipi hanno manifestato interesse per le attività proposte, prendendo la parola e condividendo le proprie opinioni o le proprie fragilità. Il percorso intrapreso ha, quindi, permesso agli stessi studenti e alle studentesse di conoscersi meglio.

    Quello favorito dal Curricolo Digitale è stato percepito dai ragazzi e dalle ragazze come un “apprendimento significativo”, in quanto gli stessi hanno avvertito gli argomenti e le problematiche affrontate in classe vicini ai loro interessi e alla loro quotidianità. Ciò ha spesso generato negli studenti e nelle studentesse un gran desiderio di raccontarsi. Alcune attività hanno, inoltre, permesso di lavorare molto sullo sviluppo dell’empatia e sulle competenze di carattere comunicativo, come la disponibilità all’ascolto attivo e al dialogo.

AREA 1. INFORMAZIONE E CONTENUTI ONLINE

Il 38,1% dei ragazzi e delle ragazze dichiara di usare il “copia e incolla” quando si trova a svolgere una ricerca online. Google è il motore di ricerca più conosciuto, sebbene ragazzi/e non escludano l’uso di altri motori di ricerca, qualora non siano soddisfatti dei risultati trovati.

In riferimento al tema delle fake news, buona parte dei ragazzi e delle ragazze (il 72,5%) dichiara di non averne mai condivisa una online.

Rispetto al “Questionario iniziale” diminuisce il numero degli studenti e delle studentesse che non sanno cosa sia il fact-checking (39,1% a fronte del 45% del “Questionario iniziale”). Inoltre, quando ragazzi/e si imbattono in una notizia online divertente e “sensazionale” sono spinti a condividerla con i loro amici. Estremamente interessante il dato che conferma le evidenze di molte ricerche su larga scala, relative alle modalità attraverso cui i giovani si informano online. Non sono pochi gli studenti e le studentesse (34,1%) che dichiarano di informarsi esclusivamente attraverso l’uso dei social network.

AREA 2. COMUNICAZIONE E RELAZIONE

Il tema della partecipazione online è centrale in riferimento alla cittadinanza digitale. Spesso, però, partecipare attraverso il digitale per ragazzi/e (ma ciò accade anche per gli adulti) corrisponde semplicemente a mettere un like o a scrivere un commento ad una determinata notizia. Raramente, inoltre, gli studenti e le studentesse usano il loro profilo social per esprimere un loro pensiero su un tema di interesse sociale (il 22,5% risponde “Qualche volta è capitato”).

In riferimento al tema delle immagini online gli studenti e le studentesse sembrano essere consapevoli di quanto sia importante rispettare la privacy altrui. Il 65% dei ragazzi e delle ragazze, infatti, afferma di chiedere il permesso agli altri prima della pubblicazione di una foto, oppure di non pubblicare online mai immagini in cui sono presenti altre persone (18,1%).

Rispetto al “Questionario iniziale”, aumenta la consapevolezza circa la proprietà delle immagini pubblicate online.

Il 58,5% degli studenti e delle studentesse del campione non è consapevole del fatto che le foto che pubblichiamo online non sono più di nostra proprietà e non sono più sotto il nostro controllo (a fronte del 64,5% del “Questionario iniziale”). Il19,7% dei ragazzi e delle ragazze riconosce l’effettiva perdita di proprietà e di controllo delle immagini pubblicate online.

Alla domanda “In che modo ci si rappresenta online? ” il 29,5% degli studenti e delle studentesse del campione dichiara di avere profili social nei quali si rispecchiano perfettamente e in modo autentico. Il 29,8%, pur cercando di mantenere un racconto di se stessi il più possibile autentico, non disdegna l’uso di filtri per migliorare o modificare la propria immagine. Il 10,6% ammette, invece, di presentare online un’immagine idealizzata di sé.

In riferimento al problema dei rischi online, gli studenti e le studentesse sembrano essere mediamente consapevoli, con una notevole differenza fra i due rischi principali esaminati: il cyberbullismo e il sexting.

Rispetto al “Questionario iniziale”, aumenta il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di conoscere bene cosa sia il cyberbullismo, di sapere come difendersi da esso e come affrontarlo (58,3% a fronte del 52,3% del “Questionario iniziale”). Parallelamente, diminuisce la percentuale degli studenti e delle studentesse che non sa come prevenirlo e affrontarlo, pur dichiarando di conoscere il fenomeno (22,8% a fronte del 26,8% del “Questionario iniziale”). Indicativi anche i dati relativi al sexting. Diminuisce il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di non sapere cosa sia (35,8% a fronte del 48,6% del “Questionario iniziale”), mentre aumenta la percentuale degli studenti e delle studentesse che afferma di conoscere il fenomeno, ma di non praticarlo in quanto troppo rischioso (38,6% a fronte del 28,6% del “Questionario iniziale”). Diminuisce, inoltre, il numero degli studenti e delle studentesse che dichiara di aver praticato sexting (3,4% a fronte del 5% del “Questionario iniziale”) e fra questi aumenta la percentuale che dichiara di averlo praticato in modo sicuro e attento, nella consapevolezza dei possibili rischi (3,9% a fronte del 2,3% del “Questionario iniziale”). Tale dato, seppur non altissimo ma estremamente significativo, conferma come il sexting sia una pratica che anche i giovanissimi in qualche modo conoscono e sperimentano.

AREA 3. CREATIVITA’ E COPYRIGHT

Il tema dell’intelligenza artificiale e del Machine Learning rimane ancora poco conosciuto dagli studenti e dalle studentesse, sebbene si registri un lieve miglioramento. Il 45,1% (a fronte del 49,1% del “Questionario iniziale”), dichiara di averne sentito parlare ma di non conoscerlo bene, mentre il 37,8% ammette di non saperne nulla.

Più conosciuto, invece, il tema del copyright (come da grafico a seguire). Aumenta la percentuale degli studenti e delle studentesse che dichiara di sapere cosa sia (78,2% a fronte del 73,2% del “Questionario iniziale”).

Diminuisce anche la percentuale dei ragazzi e delle ragazze che afferma di non sapere cosa siano le licenze “Creative Commons” (46,4% a fronte del 66,8% del “Questionario iniziale”). Il 52,3% conosce però la corretta definizione di “Creative Commons”.

Circa la metà degli studenti e delle studentesse del campione sembra consapevole del fatto che Internet non sia esattamente uno spazio libero per chi naviga, poiché ci può condizionare e usa i dati che noi forniamo. Il 38,9% dei ragazzi e delle ragazze conosce il processo di datification online.

AREA 4. PRIVACY

Circa la metà degli studenti e delle studentesse del campione dichiara di prestare molta attenzione alle impostazioni per la privacy quando scaricano un’app o si iscrivono ad un social network (il 49,5%). Tuttavia, il 21,8% dichiara di non farlo poiché si fida, dato che rimane sostanzialmente invariato rispetto al “Questionario iniziale”. Il restante 28,8% ammette, invece, di provarci ma di trovare difficoltà nel difendere la propria privacy online.

Aumenta la percentuale dei ragazzi e delle ragazze che dichiara di conoscere la Dichiarazione dei Diritti in Internet (28,5% a fronte del 24,1%). Parallelamente, diminuisce la percentuale degli studenti e delle studentesse che dichiara di non averne mai sentito parlare (19,2% a fronte del 25,5% del Questionario iniziale).

Resta sostanzialmente invariata la conoscenza da parte degli studenti e delle studentesse della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

L’80,6% degli studenti e delle studentesse del campione afferma di sapere cosa sia la tracciabilità online.

Non tutti i ragazzi e le ragazze sembrano essere consapevoli di quanto un’offesa scritta online possa fare ugualmente male, al pari di un’offesa pronunciata faccia a faccia, ma i dati migliorano rispetto al “Questionario iniziale”. Il 14,2% (a fronte del 15% del “Questionario iniziale”) degli studenti e delle studentesse del campione, infatti, sostiene che un’offesa online sia meno pesante, mentre il 32,9% (a fronte del 34,5% del “Questionario iniziale”) risponde “dipende dall’offesa”.

Il 32,1% degli studenti e delle studentesse dichiara di conoscere cosa sia il diritto all’oblio. Il dato rimane sostanzialmente invariato rispetto al “Questionario iniziale”.

DIARI DI BORDO DOCENTI SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Secondo quanto riportato dai docenti della scuola secondaria di secondo grado, le attività del Curricolo Digitale hanno favorito l’acquisizione di maggiore consapevolezza e senso critico da parte di studenti e studentesse. Attraverso la partecipazione, l’interesse e il desiderio di scoperta, gli studenti e le studentesse hanno sviluppato nuove competenze digitali. Fra gli elementi positivi del percorso progettuale, i docenti hanno sottolineato la possibilità di sperimentare con i ragazzi e le ragazze il lavoro collaborativo, anche grazie al fatto che gli argomenti affrontati sono stati percepiti attuali e vicini al loro mondo e al loro vissuto personale. Le attività, inoltre, hanno favorito l’inclusione, il lavoro di gruppo e la capacità di problematizzare tematiche complesse.

Attraverso la guida dei docenti, il percorso ha stimolato negli studenti e nelle studentesse il dibattito, riflessioni profonde e più consapevoli sulle proprie esperienze in rete.

Il learning by doing della metodologia EAS ha permesso agli studenti e alle studentesse di apprendere mediante l’esperienza diretta fondata sull’uso in classe delle tecnologie, soprattutto attraverso la creazione di numerosi prodotti digitali. Gli studenti si sono così divertiti e appassionati nella realizzazione di tali prodotti digitali e le attività hanno favorito un alto grado di inclusione, anche per i ragazzi e le ragazze diversamente abili.

Skip to content